L’autunno ci porta il freschetto e le giornate limpide di sole, tazze di profumato tè e pomeriggi domenicali a leggere libri sotto la copertina di lana. L’ideale sarebbe avere un gatto caldo accoccolato in grembo, ma ci stiamo lavorando 🙂
L’autunno porta anche le prime castagne, che si affacciano timide dai cestoni dei venditori in strada e accarezzano le narici mentre passeggiamo.Adoro le castagne, sono dolci e croccanti, saporite e adattabili a qualsiasi piatto.
Si prestano bene per accompagnare secondi e sono alla base di moltissimi dolci famosi. Si utilizzano anche per i primi, in farina come base di paste fatte in casa e polentine e come ingrediente principale come in questo caso.
In Giappone sono alla base dei piatti di stagione: bollite le troviamo come piccolo boccone prezioso nei bento e come accompagnamento al pasto. Si usano moltissimo anche per i wagashi, i dolci che accompagnano la cerimonia del tè, portando la stagionalità degli ingredienti che sta alla base del “WA”, l’armonia giapponese.
L’autunno porta anche le prime castagne, che si affacciano timide dai cestoni dei venditori in strada e accarezzano le narici mentre passeggiamo.Adoro le castagne, sono dolci e croccanti, saporite e adattabili a qualsiasi piatto.
Si prestano bene per accompagnare secondi e sono alla base di moltissimi dolci famosi. Si utilizzano anche per i primi, in farina come base di paste fatte in casa e polentine e come ingrediente principale come in questo caso.
In Giappone sono alla base dei piatti di stagione: bollite le troviamo come piccolo boccone prezioso nei bento e come accompagnamento al pasto. Si usano moltissimo anche per i wagashi, i dolci che accompagnano la cerimonia del tè, portando la stagionalità degli ingredienti che sta alla base del “WA”, l’armonia giapponese.
Il Kuri gohan – 栗ご飯 – è una variante del riso bianco giapponese che viene servito di norma nel pasto giapponese (possiamo intenderlo allo stesso modo in cui noi utilizziamo il pane in tavola), ed è un modo delicato ma saporito di proporre l’autunno in tavola con garbo. Spolveratelo con semi di sesamo nero tostati o con un tocco di furikake piccante se piace, io lo preferisco “nature” per assaporarne tutto l’aroma.
Accompagnatelo a piatti di base acidi, salati e amari per contrastare il sapore dolce delle castagne.
Kuri gohan
ingredienti (x2)
2 gō * (合) di riso
15 castagne fresche
1 cucchiaio di sake
un pizzico di sale **
un pizzico di sale **
un pezzettino di alga kombu da 1 cm
sesamo nero tostato
* il gō (合) è l’unità di misura del riso usata nell’antichità per pagare i salari e corrisponde ad una porzione di riso crudo per una persona. Oggi lo trovate solitamente alle degustazioni di sake, è la ciotolina quadrata di legno in cui vi viene servito. Un gō corrisponde al volume di 180 ml, poco meno di un bicchiere.
** normalmente non metto sale nel gohan ma in questo caso serve poichè il riso risulterebbe troppo stucchevole.
** normalmente non metto sale nel gohan ma in questo caso serve poichè il riso risulterebbe troppo stucchevole.
La sera prima mettere in acqua fredda le castagne e lasciarle a mollo per un giorno.
Misurare la quantità di riso con un bicchiere e sciacquarlo almeno 3 volte fino a che l’acqua non diventi relativamente limpida. Lasciarlo nel colino a scolare per una mezz’ora.
Nel frattempo pelare le castagne togliendo anche le pellicine interne, se sono troppo grandi tagliarle a metà.
Nel cuociriso o in una pentola da fondo spesso versare il riso e mescolarvi le castagne crude. Aggiungere il sake e il pezzettino di kombu spolverato con un panno umido e aggiungere una quantità di acqua pari a una volta e mezza il volume iniziale del riso (3 gō – mi risulta più facile misurare col gō o col bicchiere invece di pesare il riso per queste preparazioni)
Portare a ebollizione, togliere la kombu e incoperchiare abbassando la fiamma al minimo.
Cuocere per 13 minuti senza mai aprire il coperchio (è utile un coperchio di vetro per controllare la situazione) e senza girare il riso. Spegnere il fuoco e lasciar riposare il riso indisturbato per altri dieci minuti.
Smuovere il riso con delicatezza con uno shamoji o con un cucchiaio di legno inumidito e servire immediatamente nelle ciotole.
Se avanza, conservarlo sotto un panno inumidito affinchè non si secchi.
Nel frattempo pelare le castagne togliendo anche le pellicine interne, se sono troppo grandi tagliarle a metà.
Nel cuociriso o in una pentola da fondo spesso versare il riso e mescolarvi le castagne crude. Aggiungere il sake e il pezzettino di kombu spolverato con un panno umido e aggiungere una quantità di acqua pari a una volta e mezza il volume iniziale del riso (3 gō – mi risulta più facile misurare col gō o col bicchiere invece di pesare il riso per queste preparazioni)
Portare a ebollizione, togliere la kombu e incoperchiare abbassando la fiamma al minimo.
Cuocere per 13 minuti senza mai aprire il coperchio (è utile un coperchio di vetro per controllare la situazione) e senza girare il riso. Spegnere il fuoco e lasciar riposare il riso indisturbato per altri dieci minuti.
Smuovere il riso con delicatezza con uno shamoji o con un cucchiaio di legno inumidito e servire immediatamente nelle ciotole.
Se avanza, conservarlo sotto un panno inumidito affinchè non si secchi.