Adesso non mi dite che non conoscete i film dello Studio Ghibli, sono capolavori gentili e delicati di animazione alla vecchia maniera, coi colori e gli acquerelli, dipinti a mano un fotogramma alla volta. E non sono solo riservati ai bambini come purtroppo vengono classificati in Italia dai cinema, relegandoli spesso ad orari solo pomeridiani.
Sono meravigliose perle di sentimenti e spunti su cui riflettere, storie semplici ed emozionanti corredate da immagini che vi lasceranno senza fiato.
Personalmente ne ho a casa la collezione completa in dvd e non riesco davvero a decidere qual’e’ il mio preferito.
Durante il mio viaggio in giappone ho visitato il Museo Ghibli, un’esperienza davvero incredibile che non vedo l’ora di ripetere, sono tornata bambina tutto a un tratto appoggiata con le mani e il naso alle vetrinette dei disegni, con le macchine da animazione e lo zootropio. Ma di questo ve ne parlerò un’altra volta 😀
Voglio parlarvi invece ora di questo film che racconta la storia di due adolescenti sulla soglia dell’amore, quando tutto il mondo ti sembra pieno di entusiasmo e voglia di fare, dell’impegno e degli affetti famigliari. Quello che mi ha sempre colpito dei film di Miyazaki (in questo caso il regista è Goro, ma la sceneggiatura è comunque del maestro Hayao Miyazaki) è l’attenzione particolare per la vita di tutti i giorni, i riti quotidiani e l’importanza di raccontare anche il cibo nelle storie, che nei suoi film è sempre presente e anzi una parte molto importante.
Il cibo racconta molto della vita di qualcuno e in questo film la protagonista Umi, una ragazza che oltre alla sua vita da studentessa si occupa della gestione della pensione lasciatale dai genitori, cucina i pasti per tutti con grande dedizione nonostante gli impegni.
All’inizio del film Umi prepara la colazione (alla giapponese con riso, natto e altri piatti cucinati) per la famiglia e gli ospiti della pensione sulle note di questa canzoncina simpatica e di cui trovate qui la trascrizione e la traduzione del testo.
Anche più avanti nel film Umi si occupa della cucina, quando torna a casa e decide che cucinerà fritti dei sugarelli
comprati al mercato a buon prezzo dalla signora delle pulizie che la aiuta in casa e quando esce per andare al negozio a fare la spesa.
Mi ha colpito in modo particolare perche’ potrebbero sembrare parti non essenziali alla storia, anzi normalmente non siamo abituati a vedere questo tipo di interazioni nel tipo di film che arrivano da Hollywood.
Ecco che un gesto come decidere cosa cucinare rivela il peso delle responsabilità che Umi porta sulle spalle.
La collina dei papaveri uscirà in dvd tra pochi giorni, se le mie parole vi hanno incuriosito provate a regalarvelo per Natale e scoprite un nuovo mondo… ecco qualche immagine suggestiva 🙂
Dicevamo, i sugarelli fritti.
Immaginate quando capitando davanti al banco del pesce del supermercato, il giorno dopo essere andata al cinema ho visto cosa? I sugarelli in offerta. :)))
Ho deciso quindi di cucinarli come Umi, testando questa ricetta come poi tenterò di riprodurre le altre nei film Ghibli, sperando di trasmettervi oltre che con le parole, il gusto di questi anime giapponesi che non hanno nulla a che vedere con i commercialissimi cartoni che popolano le nostre tv e che molto hanno invece in comune con l’arte.
Il sugo o sugarello è pesce azzurro, fa bene ed è pieno di omega 3. Assomiglia alle sarde ma più lungo, quelli che hjo preso erano intorno ai 20-25 centimetri di lunghezza.
Inoltre è davvero economico, l’ho trovato per 5,90 euro al chilo.
Ecco i sugarelli nella loro bellezza:
Pulire i sugarelli non è per niente semplice.
L’ho messo in grassetto perche’ io non so cucinare il pesce, quello che nuota con le pinne. Non mi piace molto normalmente nemmeno da mangiare e non ho esperienza di sfilettatura. Immaginatevi come era conciata la mia cucina dopo un’ora passata a cercare di pulire alla bell’e meglio 4 sugarelli.
Ok, io per risolvere il tutto avrei traslocato, ma alla fine ho pulito e basta 🙂
Questa esperienza pero’ mi ha insegnato come pulirli la prossima volta, quindi vi lascio un rozzo canovaccio di come ho fatto. Nel caso siate più bravi di me (e ci vuole poco) nel pulire il pesce per favore lasciatemi dei commenti su come fare!!
Ecco i miei sugarelli, assomigliano a quelli di Umi? 🙂
calcolate due sugarelli a persona, quindi indico le dosi per due persone:
4 sugarelli freschi
2 uova
farina 00
panko o pane grattuggiato fresco in maniera grossolana
sale
1 cucchiaio di sake
per la salsa:
5 cucchiai di salsa di soia
3 cucchiai di aceto di riso
1 cucchiaio di succo di lime
1 cucchiaio di succo d’arancia
2 cucchiai di mirin (sake’ dolce oppure se non l’avete martini bianco)
Pulite i sugarelli in questo modo: tagliate via la testa appena sotto le pinne laterali e tenetela per fare magari un brodino di pesce. Aprite il pesce in due a libro passando il coltello lungo la pancia fino alla coda. Eliminate le interiora. Eliminate la lisca passando il coltello a 45° tra la lisca e il filetto da ambo le parti senza separare le due meta’. Eliminate anche le sfine del basso ventre tagliandole via.
Passate le dita lungo la superficie e togliete le eventuali spine rimaste con delle pinzette da cucina.
Rigirate il pesce ed eliminate la pelle dal filetto dapprima alzandone un lembo con le dita e poi passando il coltello tra la pelle e il filetto. Attenzione a fare bene questa parte perche’ il sugarello ha sui lati delle spinette sulla pelle abbastanza fastidiose da incontrare (le mie dita possono testimoniarvelo)..
Se avete fatto tutto più o meno correttamente vi ritroverete con i due filetti del pesce uniti e la coda in fondo 🙂
Ora il procedimento e’ semplice, il trucco per ottenere un fritto perfetto e croccante e’ usare il panko. Si trova ormai facilmente in ogni alimentari asiatico e nei supermercati piu’ forniti, se proprio non avete accesso a nessuno di questi, si puo’ comprare online ad esempio qui o qui. L’alternativa e’ grattuggiare del pane fresco e mollicoso con una grattugia a grana larga. Guardate la foto qui sotto per capire di che consistenza sia.
Friggete i sugarelli in abbondante olio di semi caldo, vi accorgerete che l’olio e’ caldo al punto giusto quando buttando un po’ di mollica resta a galla sfrigolando.
Serviteli caldi insieme a del cavolo cinese a striscioline e alla salsa che avrete preparato mescolando tutti gli ingredienti sopra elencati.
Chiara, che pagina speciale!!!!!
Ecco, io sono proprio fra gli ignorantoni che alla parola Ghibli al massimo associano un vento del deserto!!
Ti immagino in Giappone, incantata e felice….vedi, anche tu potresti essere la protagonista di uno di questi poetici racconti!!:))
Un abbraccio piovosissimo
Fabi
Fabi grazie 🙂
Spero di averti un po' incuriosito, come si è capito io li adoro tutti 🙂
Questo post mi ha affascinato, così come mi affascina il Giappone, la sua cultura e la sua cucina!
ciao a presto … ficoeuva
^__^ Sono totalmente obnubilata dal giappone, dalla sua cultura da tutto! 🙂
Hai visto anche le mie altre ricette giapponesi? 🙂
Questa ricetta è una meraviglia!!! starebbe bene nella mia sezione Giapponese!!! comunque ti volevo segnalare il post in cui annuncio i vincitori del Contest Fiandino tra cui ci sei TU http://www.burroealici.net/2012/12/vincitori-contest-fiandino-2012.html
YEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!
GRAZIEE!!!!!! :DDDD
Quando mi ha telefonato Lelio non ci potevo credere!! 😀
Sono contentissima :PPP
A proposito delle ricette giapponesi: hai visto anche le altre mie ricette? Il mio blog si occupa di cucina italiana e giapponese anche se ultimamente il giapponese è stato un po' trascurato.. ma adesso e' di nuovo in pista!!! 😀
Ti avevo scritto un commento ma poi si è perso nell'etere. Ricomincio. Complimenti per la magnifica idea di riprodurre la ricetta di Umi. Ti ho scoperta ora per caso, mentre cercavo in rete delle immagini del dolce film da cui hai tratto ispirazione. Come te, anche io mi perdo e mi incanto di fronte ai capolavori dello studio ghibli, mi trasportano in un'altra dimensione, sono poesia pura. E la cura del dettaglio, soprattutto del cibo… Vera magia. Brava!!! La tua pazienza e cura nel riprodurre il pasto di Umi sono ammirevoli. Sogno che diventa realtà!
Sorprese domani mattina per voi amanti del buon cibo e dei buoni anime! 😀
Stay tuned!
[…] che difficilmente resterà al cinema più di una settimana… Vi ricordo anche il post su La collina dei Papaveri che ho scritto in occasione della sua uscita in DVD. Mi piace questa ondata di post […]
[…] Sugarelli fritti – La Collina dei Papaveri […]
[…] una specialità molto semplice ma amatissima da giapponesi, di cui avevo già sperimentato la ricetta nel mio blog di cucina […]
[…] ricetta è tratta dal mio sito Food&Crafts e rivista da me alla luce dell’esperienza televisiva Nippon ni […]
[…] Questa è la settimana in cui ci si interroga su cosa cucinare per Natale. Al mercato e al supermercato è ormai il saccheggio. E siccome tira aria di crisi, vi lancio una ricettina economica per l’antipasto della Vigilia: un pesce povero, azzurro: il sauro o sugarello. Io gli ho dato un’impronta un po’ agrodolce Japan style (e se andate cercando anche il fritto, eccolo qua). […]